Prostata ingrossata: domande e risposte (2)

Nell'articolo precedente abbiamo risposto a domande introduttive sull'ingrossamento della prostata, per capire cosa sia l'ipertrofia prostatica benigna e come riconoscerla. In questo articolo continuiamo con i trattamenti e le terapie possibili.

prostata ingrossataIn un precedente post, abbiamo cercato di ripondere ad alcune delle più comuni domande che molti utenti ci pongono sulla prostata ingrossata) ipertrofia prostatica benigna), cercando di definire il problema e come riconoscerlo attraverso i sintomi più comuni con i quali si manifesta.

In questo articolo continuiamo a rispondere a domande sui trattamenti e le terapie possibili.

Quando diventa necessario curarsi ?

Il solo fatto che la prostata presenti un ingrossamento non indica necessariamente che bisogna procedere con un trattamento. L’Ipertrofia Prostatica Benigna, quindi l'ingrossamento della prostata, deve essere curata solo nel caso in cui provoca sintomi urinari tali da interferire con la vita quotidiana della dell'uomo che ne è affetto. Quando invece il paziente non riesce a svuotare completamente la vescica durante la minzione, allora è assolutamente necessario intraprendere una cura.

Quali sono i possibili trattamenti dell'ipertrofia prostatica prostatica benigna ?

I trattamenti per l'ipertrofia prostatica possono essere di tipo farmacologico, naturale o chirurgico. La scelta del trattamento va fatta con il proprio medico in base alla situazione del singolo che deve tener conto di alcune variabili:

  • la dimensioni della prostata;
  • la presenza o meno di calcoli o di infezioni nella vescica;
  • la presenza o meno di diverticoli nella vescica;
  • le condizioni della funzione renale;
  • lo stato di salute generale del paziente.

Esistono trattamenti naturali per la prostata ingrossata ?

In Europa, soprattutto in Germania, per trattare la prostata ingrossata sono molto utilizzati rimedi naturali attraverso piante ed estratti vegetali. In Italia, la cultura del naturale non è molto diffusa, e la tendenza è quella di somministrare farmaci, anche se spesso danno effetti collaterali spiacevoli. Ma molti studi hanno dimostrato che i trattamenti naturali sono efficaci in molti casi di ipertrofia prostatica. Alcuni integratori a base di erbe possono rallentare o fermare l’ingrossamento in poche settimane. Il Teupolioside, estratto dalla Ajuga Reptans,  è risultato utile ed efficace.  E' ovvio che questo tipo di terapia impiega più tempo a dare benefici, ma sono risultati sicuramente più soddisfacenti che alla lunga hanno un risultato migliore e più duraturo, con molti meno effetti collaterali.

In cosa consiste la terapia farmacologica ?

E' possibile trattare la prostata ingrossata attraverso una terapia farmacologica: alfa-litici: rilasciano la muscolatura liscia della prostata e del collo vescicale, riducendo così la pressione sull’uretra e rendendo la minzione più agevole con un migliore svuotamento vescicale; inibitori dell’enzima 5-alfa-reduttasi che arrestano lo sviluppo volumetrico della prostata. Entrambi i farmaci, che possono essere assunti anche insieme, vanno assunti senza interruzioni per tutta la vita, sempre che diano effetti benefici, in quanto non curano l’iperplasia prostatica in sé, ma agiscono con successo solo sui disturbi urinari.

Quali effetti collaterali possono avere questi farmaci?

L’effetto collaterale più tipico è rappresentato da problemi nella capacità eiaculatoria, in particolare una riduzione del numero di spermatozoi: ma i gli effetti di questi farmaci possono includere anche un forte  calo della libido e del desiderio sessuale.

Quando si usa il trattamento chirurgico ?

Quando i trattamenti sopra descritti non hanno prodotto i benefici sperati o, anche in assenza di un pregresso tentativo con farmaci, quando la vescica presenta persistentemente un elevato residuo urinario dopo la minzione allora è opportuno ricorrere all'intervento chirurgico, si ricorre all'intervento chirurgico. L'intervento chirurgico è imprescindibile:

  • quando si ha un impedimento cronico ad urinare, che ha comportato una ritenzione urinaria con necessità di portare un catetere vescicale
  • in presenza di calcoli in vescica, formatisi per la presenza di residuo urinario
  • in presenza di infezioni urinarie ricorrenti.

Qual’ è lo scopo dell’intervento chirurgico ?

E’ quello di rimuovere la parte della prostata che ostruisce il flusso urinario, al fine di permettere un miglior svuotamento vescicale.

Quali sono le conseguenze del trattamento chirurgico ?

L’eiaculazione retrograda, cioè la mancata emissione del seme al momento del coito. Il seme viene emesso all’indietro, verso la vescica, invece che verso l’esterno. In pratica, dopo l’intervento chirurgico si diviene sterili. Ciò ha un’importanza clinica limitata, in quanto la maggior parte dei pazienti che si sottopongono ad intervento chirurgico è di età avanzata. L’eiaculazione retrograda non modifica comunque in nessun caso il piacere sessuale. D’altronde, si tratta di un fenomeno talvolta non nuovo a quei pazienti che, prima di sottoporsi all’intervento, hanno assunti farmaci alfa-litici, che per la loro specifica attività, possono talora provocare l’eiaculazione retrograda.

La potenza sessuale viene compromessa da questo intervento ?

La chirurgia dell'iperplasia prostatica non comporta alterazioni della potenza sessuale, in quanto non coinvolge le strutture nervose e vascolari che regolano l’erezione. Quindi, chi non ha problemi di erezione prima dell’intervento, conserverà le proprie prestazioni sessuali anche dopo.

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