Fitoterapia e fitomedicina

La fitoterapia può essere considerata una scienza medica a tutti gli effetti?

Fitoterapia e fitomedicina

Secondo l' OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità - la fitoterapia o fitomedicina è la cura delle malattie mediante la somministrazione di farmaci vegetali; per l' OMS si tratta quindi di una medicina a tutti gli effetti che svolge la sua attività terapeutica e di prevenzione attraverso prodotti medicinali finiti provvisti di etichetta, che contengano estratti di piante e erbe.

Ad oggi, inoltre,  circa il 40% dei farmaci moderni della medicina tradizionale deriva direttamente o indirettamente dalle piante.

 
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Differenza tra farmaci e fitofarmaci

La differenza sostanziale tra farmaci di sintesi e fitofarmaci sta essenzialmente nell'attività farmacologica, che pur svolgendosi con meccanismi simili, ha nella fitoterapia un' azione polivalente e non essenzialmente mirata come nei farmaci tradizionali. Ciò è dovuto alla pluralità di composti (fitocomplessi) delle preparazioni vegetali; l'effetto terapeutico è quindi molteplice e può agire su diversi distretti dell'organismo. Inoltre, tra preparati di piante diverse, sono possibili effetti di sinergia e potenziamento.

L' attività farmacologica della fitoterapia è quindi estremamente complessa, basti pensare che un estratto erboristico può avere effetti terapeutici diversi dei suoi principali costituenti chimici, ma ugualmente utile in medicina.

Oggi esistono numerosi studi clinici eseguiti con fitomedicinali in numerose aree terapeutiche; i risultati di tali studi sono incoraggianti ma, proprio per le caratteristiche di cui sopra, raramente uniformi.

La medicina tradizionale ha come abitudine lo studio di una determinata molecola, in un particolare distretto dell'organismo, in un particolare paziente, ecc. Questo tipo di impostazione non è adeguabile ai fitofarmaci che hanno azione molto più ampia e difficilmente imputabile ad una sola molecola.

La fitoterapia ha quindi un' azione più olistica, che riguarda spesso l'intero organismo,  questa caratteristica, di per sé positiva, costituisce un limite per la medicina tradizionale in quanto sfugge ai rigidi meccanismi di valutazione per singolo distretto e singola malattia.

L'auspicio è che in un prossimo futuro dall'unione di queste due medicine possano nascere farmaci più efficaci e con meno effetti collaterali, farmaci non più rivolti alla risoluzione del sintomo ma alla cura definitiva della malattia.

 
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